Acquisti Verdi nelle PA: ecco le novità e le aspettative per i prossimi anni

Green Public Procurement”: sono gli “acquisti verdi” delle Pubbliche Amministrazioni. In Italia il Public Procurement da solo corrisponde al 17% del Pil. A livello europeo da anni si è intrapresa una precisa scelta politica ovvero di inserire man mano una serie di criteri ambientali nel processo di acquisto delle PA volte a favorire soluzioni a minor impatto ambientale e l’innovazione in termini di green economy.

Ad esempio in tema di bevande nella ristorazione pubblica, è necessario rispettare  i Criteri Ambientali Minimi della ristorazione del ministero dell’Ambiente in vigore dal 21 Settembre 2011, a riguardo dei quali il Collegato Ambientale 2015 ha stabilito che, per quanto riguarda le bevande nella ristorazione, non sarà più concesso l’utilizzo di acqua e bevande confezionate, sostituito dall’utilizzo di acqua e bevande sfuse.

Quello degli appalti verdi è un tema di grande attualità in tutti i settori, tant’è che il recente codice degli appalti (D.lgs. 50/2016) ha previsto l’obbligo per le stazioni appaltanti di inserire nella documentazione progettuale e di gara “almeno” le specifiche tecniche e le clausole contrattuali contenute nei CAM.

In questo il Belpaese può dirsi “pioniere”. Ci spiega infatti Silvano Falocco, direttore di Ecosistemi – Fondazione organizzatrice del Forum – tra i massimi esperti in Italia in materia di acquisti verdi, come l’Italia sia stato l’unico paese nel panorama europeo ad aver “reso obbligatoria, con l’articolo 34 del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici, il GPP e l’adozione dei Criteri Ambientali Minimi. Domani, se i CAM non venissero adottati negli appalti pubblici, potrebbero fare ricorso al TAR sia i fornitori di prodotti verdi che rispettano i requisiti richiesti sia le associazioni ambientaliste che tutelano interessi collettivi. Una vera rivoluzione che produrrà i suoi effetti negli anni a venire”.

Affinché però il cambiamento si consolidi e sia radicale, osserva Falocco, è fondamentale il “percorso formativo” all’interno delle pubbliche amministrazioni. Formazione che è tra gli obiettivi anche del recente Protocollo d’Intesa tra Ministero dell’Ambiente e le Regioni e le Città Metropolitane sugli acquisti verdi.

Obiettivo principale del documento “è il rafforzamento delle competenze degli operatori delle PA responsabili degli appalti e delle centrali di acquisto nell’utilizzo di procedure di GPP per la reale integrazione di requisiti ambientali nella politica degli acquisti e realizzazione di opere pubbliche, attraverso la definizione di una piattaforma comune di azione che favorisca la diffusione di buone prassi e il miglioramento del dialogo tra il Ministero e le Regioni e tra Regione e Regione, anche al fine di garantire maggiore uniformità nei livelli di esperienza e competenza in materia di acquisti e realizzazione di opere pubbliche sostenibili , presenti nelle diverse realtà locali”.

Peraltro, anche a pieno regime di applicazione, il futuro degli acquisti verdi è ancora si prospetta ancora in evoluzione. “A livello europeo si stanno inserendo i criteri ambientali previsti dal GPP anche al momento della concessione di risorse pubbliche prevista da fondi comunitari (FESR, FSE, PSR)”, ci ha spiegato Falocco. La Regione Sardegna, in primo luogo, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Regione Basilicata stanno già andando in questa direzione.

Per saperne di più sugli acquisti verdi e sul sistema dei GPP potrete venire al Compraverde 2017 o leggere gli approfondimenti sulla nostra sezione news.