Basta plastica monouso nel Mediterraneo!

Il Plastic-Radar di Greenpeace

Nel Mare Nostrum circa il 96% dei rifiuti galleggianti è composto da plastica. Un problema che purtroppo non interessa solo la superficie marina, ma anche le profondità. L’inquinamento da plastica è una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi, destinata solo a peggiorare, considerando che la produzione di plastica è in crescita su scala mondiale e raddoppierà i volumi attuali entro il 2025. È quanto emerge dai dati di Greenpeace, illustrati nel report “Plastica: il riciclo non basta. Produzione, immissione al consumo e riciclo della plastica in Italia”, redatto dalla Scuola Agraria del Parco di Monza.

L’Italia, spiega il report, in Europa è seconda solo alla Germania per plastica prodotta: ogni anno si immettono al consumo tra i 6 e i 7 milioni di tonnellate. Circa il 40% di tutta la plastica prodotta viene impiegata per la produzione di imballaggi, con un tempo di utilizzo che può variare dai pochi secondi, come nel caso di una cannuccia, ad alcuni minuti (la bottiglia di una bibita). Se accidentalmente dispersi in mare, questi oggetti possono impiegare secoli per degradarsi.

Ma quanta plastica finisce effettivamente in mare? Greenpeace lo esemplifica in maniera piuttosto esplicita: ogni minuto l’equivalente di un camion di plastica finisce nelle acque marine.

Inoltre, il 90% della plastica prodotta a livello mondiale, a partire dagli anni 50, non è stata riciclata, ma è stata bruciata negli inceneritori oppure è finita nelle discariche o nell’ambiente. Cosa fare per arginare questo disastro? In primis, evidenzia l’associazione ambientalista, bisognerebbe ridurre drasticamente e con urgenza il ricorso alla plastica monouso. Anche per questo, il consiglio di io bevo è quello di scegliere bicchieri di vetro o compostabili oppure, in mense e ristoranti, preferire per le bevande servizi come il freebeverage, così da evitare l’utilizzo di bottiglie monouso.

Nel frattempo, Greenpeace ha lanciato un’attività interessante, per puntare i riflettori sull’emergenza plastica nei mari, anche mentre si è in vacanza: si chiama “Plastic Radar” ed è un servizio per segnalare la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie dei mari italiani. È possibile partecipare inviando le segnalazioni su Whatsapp, al numero +39 342 3711267. Attraverso il sito plasticradar.greenpeace.it sarà inoltre possibile consultare i risultati e scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani. Per fare una segnalazione bisogna scattare una foto del rifiuto e inviarla insieme alle coordinate geografiche del luogo dove è stato individuato.

 

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