“Isola di Plastica”: anche in Italia ne esiste una

Dal lontano Oceano Pacifico al vicino Mar Mediterraneo. Nelle acque del nostro Paese è emersa una nuova “isola di plastica” che si genera ciclicamente a seconda dell’andamento delle correnti.

Recentemente, in seguito a studi scientifici nei nostri mari, è stata scoperta nel Mediterraneo, tra l’Isola d’Elba e la Corsica, una versione più piccola dell’isola di plastica galleggiante del Pacifico. Il grande accumolo di rifiuti risulta particolarmente preoccupante, dato che si tratta di 10 kg di immondizia per chilometro quadrato con una densità di microplastiche pari a 1.25 milioni (contro le 335mila della tristemente conosciuta isola nel Pacifico).

Perché l’isola non è stata scoperta prima?

Il motivo principale è che questa “nuova isola” nel nostro Mediterraneo si genera ciclicamente a seconda dell’andamento delle correnti, per poi scomparire. Si tratta però, di un fenomeno cronico, destinato a ripetersi all’infinito se non modifichiamo drasticamente le nostre abitudini di consumo. La plastica, oggi primo rifiuto a livello globale, è sicuramente la causa principale di questo preoccupante fenomeno, creatosi nel nostro mare, vicino alle spiagge che siamo soliti frequentare. A seguito di questa scoperta, dovremmo tutti avere più consapevolezza circa l’impatto di gesti ritenuti poco significativi, come gettare un sacchetto in mare o dimenticare una bottiglietta sulla spiaggia, cominciando così a cambiare in meglio i nostri comportamenti quotidiani.

Per prima cosa è necessario e scontato, cercare di ridurre l’utilizzo di materiale plastico, dai sacchetti alle bottiglie, optando per prodotti riutilizzabili come il vetro o la carta e in secondo luogo ricordardarsi di non lasciare alcun rifiuto in spiaggia, poichè potremmo causare danni irreparabili all’ecosistema con cui siamo entrati in contatto, anche se per breve tempo.

L’Italia, vicino alla quale si è formata l’isola di plastica in miniatura, è la prima nazione europea nel consumo di sacchetti di plastica e provoca così ingenti danni alla fauna marina. Infatti, tartarughe, gabbiani e altri mammiferi marini spesso ingeriscono quei rifiuti galleggianti scambiandoli per meduse, morendo così per soffocamento.

L’inciviltà umana è la prima causa di questa preoccupante scoperta e non possiamo più ignorare il fenomeno, relegandolo ad una lontana isola in mezzo al Pacifico.