Rifiuti Zero: intervista a Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italia

VERSO RIFIUTI ZERO – Rossano Ercolini è  Responsabile del Progetto “Passi concreti verso Rifiuti Zero” e coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero. Autore di numerosi articoli sulla strategia Rifiuti Zero e coautore del libro “Rifiuti Zero: una rivoluzione in corso”, edizioni Dissensi, 2012. Ha ricevuto il Goldman Environmental Prize 2013, Premio Nobel alternativo per l’ambiente. 

Strategia Rifiuti Zero: ci può indicare i punti chiave?

Intanto dobbiamo specificare che Rifiuti Zero è un percorso. Per cui quello che più importa è il viaggio che si deve compiere e che deve coinvolgere la società. L’obiettivo è di tendere verso rifiuti zero: significa cercare di arrivarci “maledettamente vicini”. Il percorso si articola in 10 passi:

  1. Formazione e informazione dei cittadini per la raccolta differenziata: serve a organizzare la raccolta differenziata, attraverso il coinvolgimento della comunità.
  2. Organizzare la raccolta porta a porta: è il sistema di raccolta differenziata più efficace, che prevede ritiri secondo un calendario settimanale.
  3. Organizzazione dell’attività di compostaggio, con l’avvio della filiera impiantistica.
  4. Riciclaggio: realizzazione di piattaforme per la valorizzazione dei materiali da avviare al riciclaggio e al recupero, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.
  5. Riduzione dei rifiuti: sostituendo la plastica per le stoviglie e le bottigliette con bevande alla spina nelle mense pubbliche, utilizzando pannolini lavabili anziché usa e getta, diffondendo il compostaggio domestico, acquistando detergenti alla spina, etc.
  6. Riuso e riparazione: realizzazione di centri per riparazione e riuso, ad esempio per i beni durevoli (mobili, vestiti, elettrodomestici), che possono essere riparati, riutilizzati e venduti.
  7. Applicazione tariffe puntuali: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Il meccanismo incoraggia quindi non solo una raccolta differenziata più consapevole, ma anche acquisti più consapevoli.
  8. Questo punto si articola in due parti: a) abbiamo la necessità di trattare il 20% che rimane da una raccolta differenziata ben riuscita; occorrono impianti per il recupero dei materiali come i metalli e stabilizzare la frazione organica residua; occorre anche trattare le plastiche eterogenee, quelle che l’industria non ritiene di elevato valore economico, il Plasmix, misto di plastiche di scarso pregio: alla fine rimarrà ben poco, non più del 10% dei rifiuti; b) occorre poi aprire il sacco grigio e verificare quello che rimane, per capire ciò che dipende da errori di conferimento (e allora si dovrà intervenire con maggiori informazioni alle utenze famigliari), da beni riparabili e riusabili (qua interverranno i centri di riparazione e riuso) e quali dalla famiglia di prodotti non riciclabili e compostabili: questi sono veri e propri errori di progettazione. Questi oggetti dovrebbero essere riprogettati.
  9. Centro di ricerca e riprogettazione: per la chiusura del ciclo e analisi del residuo di rifiuti.
  10. Azzeramento rifiuti: le amministrazioni fissano gli obiettivi in merito.

Come sono iniziate le attività di Zero Waste Italy?

La rete italiana Rifiuti Zero nasce come movimento in seguito alle battaglie degli anni ’90 contro l’incenerimento dei rifiuti. Formalmente è un’associazione, anche se nella pratica è un “luogo informale” in cui ci si può riconoscere. In seguito ci siamo avvicinati al network internazionale, diventandone una costola.

Facendo riferimento a un’esperienza concreta: quali sono i risultati raggiunti dal Comune di Capannori? Quali le iniziative in corso verso rifiuti zero?

Siamo arrivati a sottrarre l’80% dei rifiuti dallo smaltimento. Oltre al percorso verso Rifiuti Zero, abbiamo lanciato 4 iniziative.

La prima è una campagna: si chiama la C’è posta per te”, rivolta verso la “sporca dozzina”. Si tratta si coinvolgere anche le aziende produttrici per responsabilizzarle e chiamarle a fare la loro parte, rimpiazzando prodotti non riciclabili, non compostabili e non riusabili. Si chiede quindi una riprogettazione, al fine di rendere il prodotto riciclabile e quindi reinseribile in processi di “economia circolare”.

La seconda: Famiglie a Rifiuti Zero – si tratta di famiglie che volontariamente si iscrivono a un percorso per azzerare i propri rifiuti, tramite un progetto pilota della durata di 1 anno. Aderendo, le famiglie riceveranno tra l’altro il 10% di sgravio sulla tassa di rifiuti.

Poi abbiamo il brand Eventi a Rifiuti Zero: si rivolge a tutte le iniziative che vogliono azzerare i rifiuti delle loro attività, come ad esempio il Concerto del 1° maggio.

Infine, il Progetto Scuole: visite al Centro di Ricerca Rifiuti Zero per conoscere le “buone pratiche” del Comune di Capannori, aperte agli istituti di ogni ordine e grado. L’offerta formativa prevede l’accoglienza presso la Sala Conferenze del Polo Tecnologico, una visita guidata all’adiacente Showroom e, a seguire, workshop e conferenze, ad esempio rispetto alle modalità di recupero di metalli preziosi e terre rare.

La strategia Zero Waste è adatta anche alle grandi città?

Nel mondo hanno già aderito diverse grandi città, tra cui San Francisco, con 900.000 abitanti e una popolazione mista: ha un obiettivo rifiuti zero entro il 2020. Tra le altre grandi città che fanno parte del progetto ci sono Los Angeles, con 4 milioni di abitanti, e Lubiana, con 1.400.000. Certo, come abbiamo detto Zero Waste è un percorso serio, che richiede tempo e impegno: un Comune che parta oggi potrebbe avere una meta, per la verifica documentabile dei risultati concreti, intorno al 2027-2028.