Riscaldamento globale: è colpa anche della plastica

Recentemente è stato scoperto che la plastica esposta ai raggi del sole rilascia metano, etilene e altre sostanze responsabili del riscaldamento globale. Ecco come l’inquinamento del noto polimero influisce sui cambiamenti climatici.

Da molto tempo si parla degli effetti negativi della plastica per il pianeta e per la salute dell’uomo ma quasi mai in relazione a un fenomeno tanto attuale e preoccupante come il riscaldamento globale. Recentemente, grazie agli studi della Dott.ssa Sarah-Jeanne Royere dei ricercatori della Mana School of Ocean and Earth Science and Technology (SOEST), presso l’’Università delle Hawaii, si è scoperto che la plastica dispersa nell’ambiente rilascia anche metano ed etilene, gas responsabili del surriscaldamento globale. Il primo, benché resista meno nell’atmosfera rispetto all’anidride carbonica, produce un riscaldamento superiore di 25 volte rispetto a quello generato dalla CO2nello periodo. Tale fenomeno è stato scoperto contestualmente a uno studio volto a indagare il possibile legame tra attività biologica nel mare e metano. Durante le fasi di ricerca, la Dott.ssa Sarah-Jeanne Royerha potuto constatare che le bottiglie di plastica in cui inseriva i campioni d’acqua stavano generando più metano degli organismi presenti nell’acqua stessa. Questa rivelazione ha portato a ulteriori test che hanno confermato il principio generale: il riscaldamento globale è anche colpa della plastica che utilizziamo quotidianamente. In particolare, lo studio si è concentrato su quei materiali più comuni per la produzione di tessuti e la conservazione degli alimenti: policarbonato, acrilico, polipropilene, polietilene tereftalato, polistirolo, polietilene ad alta densità e polietilene a bassa densità (LDPE). Il dato forse più sorprendente riguarda i sacchetti di plastica: sono tra gli oggetti d’uso comune che emettono più gas serra in assoluto.

Ad aggravare ulteriormente la situazione è il costante processo di degradazione della plastica nei nostri mari, il conseguente rilascio di sostanze tossiche e il consumo di plastica pro capite che stenta a diminuire. L’Italia infatti è la terza nazione europea che consuma più acqua in bottiglia, con una media di circa 190 litri a testa, il 65% in bottiglie di plastica. In questo modo contribuiamo ogni giorno allo sperpero di risorse non rinnovabili che aggravano il riscaldamento globale del pianeta. Attualmente la temperatura media è salita poco più di 1°C rispetto a un secolo e mezzo fa, con una crescita media di 0,17°C l’anno. Inoltre, nello stesso arco temporale, gas come anidride carbonica e metano, emessi nell’atmosfera dall’uomo e dalle sue attività, stanno trasformando il globo in un’enorme serra. Tutti questi dati sono un’ulteriore conferma dell’indiscriminata produzione di plastica e dell’urgenza di una seria politica globale a tutela del nostro pianeta.